
"Sinner perseguitato": terrore a Wimbledon - Tuttiallostadio.it (Instagram Jannik Sinner)
Jannik Sinner continua a essere tormentato: si sta verificando anche a Wimbledon, il numero 1 al mondo non ne può proprio più.
Nonostante la squalifica che lo ha costretto a uno stop forzato di tre mesi, Jannik Sinner è rientrato nel circuito ATP subito da grande protagonista dimostrando a tutti di non essere numero 1 al mondo per caso. Già al suo primo torneo dopo il rientro in campo, ovvero gli Internazionali BNL d’Italia a Roma, il campione italiano ha raggiunto la finale; lo stesso ha fatto al Roland Garros, sebbene in entrambi i casi abbia dovuto alzare bandiera bianca contro il suo grande rivale Carlos Alcaraz.
Sono ormai passati due mesi da quando Sinner ha potuto impugnare di nuovo la racchetta e regalare di nuovo a tutti le magie a cui ci ha abituati negli ultimi anni. Eppure, ancora oggi, Jannik deve fare i conti con domande sulla vicenda Clostebol. La squalifica – arrivata in seguito al patteggiamento con la WADA, che ha precisato come quello di Jannik non possa essere considerato un caso di doping – ha rappresentato un momento molto complicato della sua vita che il leader della classifica ATP sperava di essersi messo definitivamente alle spalle.
Invece anche a Wimbledon i media stranieri hanno continuato a stuzzicare Sinner su quella traccia infinitesimale di Clostebol trovata nel suo corpo a causa di una contaminazione spiegata perfettamente dal 23enne di San Candido e dal suo staff. Un giornalista in sala stampa ha chiesto a Jannik se avesse riscontrato problemi sull’accoglienza dopo quanto accaduto.
Sinner perseguitato: ancora Clostebol, la risposta di Jannik
“No, non ho avuto nessun problema con l’accoglienza delle persone – la replica del vincitore degli scorsi Australian Open – Penso alla fine si siano anche un po’ dimenticati di quello che è successo e negli spogliatoi ho sempre avuto buoni rapporti con gran parte dei giocatori. Credo si sia capito che è stato un errore, che sono un atleta pulito. È il passato”.

Ma non è tutto. Dopo la vittoria contro l’australiano Vukic è stato anche chiesto a Sinner se la possibilità di disporre di un pool di avvocati di altissimo livello non abbia influito nell’iter processuale. “Sono stato in grado di assumere degli avvocati molto bravi perché ho disposizione fondi che altri giocatori non hanno e che ho guadagnato grazie ai miei risultati – ha risposto Jannik – Ho affrontato lo stesso tipo di processo degli altri giocatori nella mia stessa posizione. Forse la mia difesa è stata più efficace perché ho avuto persone più brave intorno a me”.
Infine un giornalista chiede a Jannik se sia il caso di mettere a disposizione avvocati molto validi anche per giocatori che non hanno la stessa disponibilità economica: “Se una cosa del genere può aiutare, sarei felice di farlo“.