
Brutta notizia per la Formula 1, lutto sconvolge tutti (Foto Instagram - tuttiallostadio.it)
Schumacher seppur lontano dai riflettori è rimasto nel cuore di tutti gli appassionati di sport in generale, ogni notizia fa rumore.
E’ come se ognuno, nel proprio incoscio, aspettasse la lieta notizia del suo rientro nel mondo in modo da potergli manifestare ancora il proprio affetto ed anche solo per la gioia di vedere un campione che ce l’ha fatta ancora una volta.
Dall’altro lato cìè anche, purtroppo, il timore che arrivi la notizia, quella triste che nessuno mai vorrebbe ricevere. Oggi, purtroppo, è il giorno in cui la speranza lascia il posto alla delusione, alla tristezza, alla nostalgia. Il grave lutto di oggi, lascia tutti interdetti e senza parole.
Schumacher: tifosi della Formula 1 in lacrime
Ci sono persone che non passano mai davvero. Restano tra le righe dei loro articoli, nei ricordi di chi li ha conosciuti, nelle emozioni che hanno saputo trasmettere con le parole. E oggi, senza ombra di dubbio, il mondo del giornalismo sportivo piange uno dei suoi giganti. Raffaele Dalla Vite ci ha lasciati, serenamente, a 88 anni, nella sua amata Bologna. Se n’è andato in punta di piedi, com’era nel suo stile, ma il vuoto che lascia è enorme. Perché Dalla Vite non era solo un cronista, era un narratore d’emozioni, un uomo che sapeva ascoltare prima ancora di scrivere, uno che sapeva cogliere l’anima delle persone, anche in mezzo al rombo assordante dei motori.
Amava il calcio, certo. E lo ha raccontato per gran parte della sua carriera con lucidità e passione. Però, per un ventennio almeno, la sua vita professionale ha preso un’altra traiettoria. Quella che portava nei box, nei paddock, sulle piste di tutto il mondo. L’epoca era quella d’oro della Formula 1, i protagonisti nomi che ancora oggi evocano brividi. Tra tutti, uno in particolare: Michael Schumacher.

Con il campione tedesco, Dalla Vite non si limitò a costruire un rapporto da giornalista e pilota. Si creò qualcosa di molto più profondo. Un’amicizia autentica, fatta di rispetto, di fiducia e, sì, anche di complicità. Non erano rare le volte in cui Raffaele veniva visto accanto a Schumi lontano dalle telecamere, nei momenti in cui i riflettori si spegnevano e rimanevano solo due uomini a parlare. Fu proprio lui, tra l’altro, a spingerlo a usare l’italiano, in privato prima che in pubblico. In quegli anni, Michael era ancora un po’ timido nel cimentarsi con la nostra lingua, eppure con Raffaele si lasciava andare. Perché si fidava. Perché con lui si sentiva a casa.
Raffaele Dalla Vite era uno di quei giornalisti che non si facevano notare per il volume della voce, ma per la profondità di ciò che scrivevano. Mai sopra le righe, mai in cerca di clamore. Sempre con una parola giusta al momento giusto, sempre con lo sguardo umano, anche nel racconto di uno sport iper-tecnologico come la Formula 1. Ed è forse questo il suo lascito più grande: aver raccontato uomini, non solo risultati.
Oggi chi ama i motori, chi ama il giornalismo vero, quello fatto con la pelle e con il cuore, ha perso un punto di riferimento. Però la sua firma resta. Nei ricordi, negli articoli, nelle emozioni. E in quell’italiano sussurrato da Schumacher, che parlava più di mille interviste.