
Sinner parla di ritiro a Wimbledon (Foto IG @janniksin - tuttiallostadio.it)
Jannik Sinner torna in semifinale a Wimbledon, ma le sue parole dopo il match fanno tremare i tifosi italiani.
C’è qualcosa di strano nell’aria a Wimbledon. Non è solo l’erba, perfettamente tagliata, o il brusio composto del pubblico inglese. No, stavolta è diverso. Perché ogni volta che Jannik Sinner si presenta davanti ai microfoni, la sensazione è che dietro quel volto sempre composto ci sia molto di più.
E infatti, anche oggi, è andata proprio così. Dopo una vittoria netta, pulita, senza sbavature, contro un avversario ostico come Ben Shelton, l’altoatesino ha spiazzato tutti. Ma andiamo con ordine. Jannik è tornato in semifinale a Wimbledon. Lo ha fatto con l’autorità di chi ormai non deve più dimostrare nulla a nessuno.
Sinner le sue parole sul ritiro
Contro Shelton ha giocato un match intelligente, gestendo con freddezza ogni momento di difficoltà. Tre set a zero, senza troppe esitazioni. Eppure, chi ha visto la partita con attenzione avrà notato qualche smorfia, un paio di gesti che lasciavano intuire fastidio. Già, perché Sinner non è al top. Il gomito continua a dargli problemi, e il passaggio del turno precedente – ottenuto per il ritiro dell’avversario – è stato una manna più provvidenziale di quanto si volesse ammettere.

Ora lo aspetta Novak Djokovic. Il nome dice già tutto. Un gigante, uno che a Wimbledon si muove come se fosse casa sua. Djokovic ha battuto Cobolli e ha raggiunto per l’ennesima volta la semifinale. Ma stavolta, forse, la sensazione è che la vera storia sia tutta nella testa e nel corpo di Sinner.
In conferenza stampa, oggi, è arrivata la domanda che tutti aspettavano: è vero che stai male? Perché tutto questo silenzio? E lui, con la solita calma, ha risposto senza girarci troppo intorno: “A volte sono uno che tiene le cose private, non voglio avere attenzioni inutili su di me”. Una frase semplice, quasi banale, ma che racconta molto di lui. Perché Sinner è fatto così. Non cerca scuse, non cerca riflettori. Però, se decide di parlare, lo fa a modo suo. E stavolta ha aperto uno spiraglio su una verità che molti sospettavano: sì, c’è un infortunio. Sì, fa male. E sì, si è parlato anche di un possibile ritiro.
Lui però ha scelto di andare avanti. Stringere i denti, combattere, come fa sempre. Nonostante il dolore, nonostante tutto. Perché, senza ombra di dubbio, questa semifinale contro Djokovic non è solo un’altra partita. È un test mentale, fisico, forse il più duro della sua carriera. Ma anche un’occasione gigantesca.
La speranza, ora, è che il gomito regga, che il corpo risponda. Perché Jannik ha dimostrato di avere tutto quello che serve per stare lì, tra i più grandi. E anche se non ama parlare troppo, il suo tennis – quello sì – urla fortissimo.