Connotazione politica delle tifoserie

Grazie all’attività delle “Squadra Tifoserie” è stato possibile delineare una mappa

esaustiva delle tifoserie, acquisendo preziose informazioni sulla loro genesi ed evoluzione,

sui fattori che le caratterizzano o che le differenziano e sui comportamenti dei tifosi, con

particolare riferimento alle strategie attuate in occasione degli incontri di calcio.

Dall’analisi delle componenti politiche, è emerso che su 128 squadre militanti nei

campionati di serie “A”, “B”, “C1” e “C2”, 27 tifoserie sono orientate verso posizioni

politiche di destra, 15 di sinistra e 7 sono composte, anche se con percentuali differenti, da

frange di diverso orientamento (Bologna, Brescia, Milan, Perugia, Lucchese, Crotone e

Sora), mentre le restanti 79 sono apolitiche.

Sul piano strettamente quantitativo, il fenomeno della politicizzazione continua

dunque ad interessare soltanto una componente minoritaria delle tifoserie, nelle quali

l’elemento di coesione prevalente rimane la passione calcistica per una squadra e, in talune

circostanze, l’esigenza di risolvere problematiche comuni legate al mondo del calcio.

Emblematiche sono al riguardo le riunioni che si sono svolte nel corso del

campionato tra le tifoserie italiane, quale primo vero tentativo – portato avanti dal “Progetto

Ultrà” – di costituire un “Movimento Ultras” nazionale in grado di sostenere, prescindendo

dalle differenti ideologie politiche e “fedi calcistiche”, problematiche di comune interesse.

Tuttavia, dall’esito dei predetti incontri, si è avuta conferma della tendenza da parte

della maggioranza delle tifoserie di “tenere la politica il più possibile lontano dalle curve”.

Del pari, occorre evidenziare, che alcune frange ultras attestate su posizioni

ideologiche più estreme, nelle cui fila risultano presenti anche militanti di movimenti

politici di estrema sinistra e di estrema destra, hanno svolto attività di proselitismo politico

all’interno delle curve, distribuendo, in alcune circostanze, ciclostilati – “fanzine” e

volantini – con contenuti politici.

Il rischio di infiltrazioni politiche all’interno delle curve rimane pertanto alto ed è

oggetto di costante attenzione non solo da parte delle “Squadre Tifoserie” ma anche delle

sezioni delle Digos che seguono l’estremismo politico.

Dall’analisi dei dati relativi alle ultime stagioni calcistiche, emerge che le tifoserie

“politicamente affini” spesso sono tra loro gemellate e si scambiano, anche via internet,

notizie circa eventuali iniziative da intraprendere anche in circostanze diverse da quelle

connesse allo svolgimento degli incontri di calcio, ma comunque attinenti al mondo dello

sport.

In particolare, si è avuto modo di constatare che mentre le tifoserie di sinistra sono

solite organizzare iniziative nazionali al fine di individuare punti di comune interesse, quelle

di destra, pur non avendo – anche in questo campionato – portato avanti programmi

aggregativi 1, risultano tra loro collegate, presenziando ad incontri di calcio di squadre

diverse da quelle del “cuore” ed in alcune circostanze anche prendendo parte attiva ad

episodi di intemperanza.

TIFOSERIE DI SINISTRA:

Sin dall’inizio del campionato si è registrato un incremento dei contatti tra le

tifoserie orientate politicamente su posizioni di estrema sinistra, finalizzato a pianificare

strategie comuni per contestare la normativa antiviolenza e contrastare il fenomeno della

cosiddetta “fascistizzazione” delle curve “che ha visto il progressivo aumento di gruppi

ideologicamente vicini all’estrema destra”.

FRONTE DI RESISTENZA ULTRAS:

1 Si ricorda che l’unica iniziativa – che ha, tra l’altro, registrato una scarsissima adesione – è stata quella della

costituzione, nelle trascorse stagioni calcistiche, di un club di tifosi denominato “Viking Italia”, disposti a seguire la

nazionale italiana durante le trasferte.

Nella delineata prospettiva, si inserisce la costituzione del “Fronte di Resistenza

Ultras” – avvenuta in occasione del terzo meeting antirazzista organizzato la scorsa estate a

Narni (TR) – quale primo tentativo da parte delle tifoserie di sinistra di individuare un

comune denominatore tra le curve politicamente affini basato sull’ideologia politica.

L’attività informativa svolta dalle “Squadra Tifoserie” ha consentito di individuare

l’effettiva consistenza del movimento, al quale, al momento, risultano aver aderito le sole

tifoserie della Ternana, dell’Ancona e del Livorno.

I primi riscontri sull’attività del Fronte risalgono ai mesi di agosto e settembre scorsi,

allorchè durante gli incontri di calcio Ancona – Ternana (campionato) e Livorno – Cagliari

(Coppa Italia) è stato esposto dalle prime tre tifoserie lo striscione “Resistenza Ultras”.

A tal proposito, di particolare importanza è stata l’acquisizione nel mese di ottobre da

parte della Digos di Livorno di un opuscolo intitolato “Fronte di Resistenza Ultras –

Antifascismo Militante”.

Nel ciclostilato gli estensori esprimono il convincimento che la politica oramai non

possa più essere accantonata all’interno delle “curve”, sottolineando a tal riguardo l’esigenza

di superare i vecchi schemi “puristi” per capire le cause che, da una parte, hanno permesso

“rovesciamenti di fronte” (es. le tifoserie della Roma e del Milan, “storicamente di sinistra”

ora attestate su posizioni politiche di destra) e, dall’altra, hanno consentito il

consolidamento dei vecchi “feudi di destra” (Lazio, Verona, Trieste, Ascoli ecc.).

Nell’opuscolo vengono formulate le seguenti proposte del “Fronte”:

1) pubblicare una “fanzina” mensile da distribuire nelle curve delle tifoserie di sinistra per

consentire lo scambio di esperienze e per individuare congiuntamente soluzioni anti

repressive;

2) sviluppare “l’antifascismo militante”, individuando a livello locale metodologie di

lotta compatibili con le diverse realtà. In tale contesto, le “tifoserie totalmente di sinistra”

devono evitare qualsiasi contrasto politico interno, produrre materiale, sviluppare dibattiti,

organizzare raduni ed iniziative di propaganda; quelle “per maggioranza di sinistra”

devono evitare l’espansione delle frange minoritarie di opposta ideologia politica, rifiutando

qualsiasi accordo con queste ultime; quelle “per minoranza di sinistra” devono sviluppare

forme di resistenza interna, partecipando a raduni e cercando appoggio nelle altre tifoserie

politicamente affini.

3) partecipare collettivamente a manifestazioni di piazza con la propria identità di ultras

e con autonome posizioni;

4) rendere visibile la propria adesione al progetto del “Fronte”, realizzando un piccolo

striscione con la sigla “F.R.U.” e la frase “Rispetto per i Compagni”.

Viene infine rivolto un invito ad esprimere solidarietà a tutti “i compagni colpiti dalla

repressione” – prescindendo da rivalità storiche e campanilistiche – al fine di costituire “una

forza collettiva di resistenza”: in tale contesto, le tifoserie che aderiranno al progetto

dovranno assumere una ferma posizione per debellare il razzismo ed il fascismo negli stadi.

Il Fronte si è evidenziato nuovamente nel mese di novembre, durante la partita

Livorno – Genoa, allorché il noto gruppo ultras “Brigate Autonome Livornesi” distribuì un

volantino nel quale veniva rivolto l’invito ai tifosi a partecipare “come ultras” al Social

Forum Europeo di Firenze del 9 successivo.

Durante il corteo di Firenze , infatti, si è registrata anche la presenza di circa 350

ultras – in rappresentanza di alcune tifoserie italiane attestate su posizioni politiche di

sinistra2 – che hanno sfilato dietro uno striscione riportante la dicitura “Fronte di Resistenza

Ultras” e scandendo slogan contro il Governo e le forze dell’ordine.

Tuttavia, dopo le prime apparizioni pubbliche, il sodalizio non è riuscito a realizzare

la sua strategia aggregativa né a raggiungere gli obbiettivi che si era prefissato.

La stessa assenza delle tifoserie aderenti al Fronte alle riunioni preliminari (su cui ci

si soffermerà in seguito) indette dal “Progetto Ultrà” in vista di una manifestazione

nazionale di tutte le tifoserie italiane, lascia presumere un evidente isolamento del

movimento dalle altre tifoserie politicamente affini, verosimilmente conseguenza delle

posizioni troppo intransigenti e della manifesta indisponibilità del sodalizio a forme di

dialogo e di collaborazione con le Istituzioni.

Allo stato, comunque, non appare possibile formulare giudizi sull’effettiva

consistenza del Fronte. Infatti, in occasione della partita Livorno – Verona del 9 febbraio

u.sc., tra le fila livornesi sono state notate persone provenienti con ogni probabilità da altre

città, le quali, unitamente ai gruppi ultras locali, si sono rese responsabili di gravi incidenti,

soprattutto contro le forze dell’ordine.

2 Alla manifestazione hanno aderito le tifoserie del Livorno, della Ternana, del Genoa, dell’Ancona,

del Perugia, del Venezia, del Cosenza, della Casertana, del Bologna e del Crotone.

PROGETTO ULTRA’:

Particolarmente interessante è stata quest’anno l’attività del “Progetto Ultrà”3 che ha

organizzato una serie di iniziative a livello nazionale4, a cui hanno aderito, di norma,

tifoserie attestate su posizioni politiche di sinistra.

In particolare, all’inizio del campionato, il sodalizio si è fatto promotore, per alcune

settimane, di una campagna contro la commercializzazione del calcio italiano e le “paytv”,

durante la quale sono stati esposti, negli stadi di Ancona, Terni, Bologna, Brescia e

Livorno, striscioni di protesta contro le società “Stream” e “Tele+” ed è stata effettuata una

raccolta firme per manifestare il dissenso all’utilizzo televisivo delle immagini dei tifosi,

ricorrendo anche ad un apposito modulo da compilare on-line.

Dal 17 al 28 ottobre, nell’ambito dell’iniziativa europea organizzata dalla rete

“F.A.R.E.” (Footboll Against Racism in Europe) denominata “3^ Fare Action Week”

(Settimana d’azione contro il razzismo in Europa) per sensibilizzare l’opinione pubblica e, in

particolare, gli ambienti del tifo organizzato sul fenomeno del razzismo nel mondo del

calcio, alcune tifoserie italiane5, coordinate dal “Progetto Ultrà”, hanno esposto all’interno

degli stadi striscioni relativi alla tematica del razzismo e distribuito una “fanzina”

antirazzista redatta dallo stesso sodalizio.

Nel mese di aprile è stata organizzata, sempre dal “Progetto Ultrà”, un’iniziativa

contro la “repressione” delle forze dell’ordine e la nuova normativa per contrastare la

violenza in occasione di competizioni sportive. Nella circostanza, alcune tifoserie6 hanno

esposto gli striscioni “Come ci vorrebbero” e “Come siamo e saremo sempre” intervallati da

quindici minuti di silenzio, sottolineando così la propria opposizione “al tentativo da parte

dello Stato di reprimere l’entusiasmo e l’esuberanza del tifo organizzato”.

3 Le finalità del “Progetto Ultrà”, nato alla fine del 1995, finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito della più

ampia iniziativa “Cities Antiracism Project” con il contributo anche del Comune di Bologna e della Regione Emilia

Romagna, è quella di contrastare i comportamenti violenti, intolleranti e xenofobi dentro e fuori gli stadi di calcio con

manifestazioni rivolte a coinvolgere e coagulare tra di loro i vari gruppi ultras italiani. A tale Progetto aderiscono alcune

tifoserie attestate su posizioni politiche di sinistra.

4 Tra le iniziative dello scorso campionato riconducibili al “Progetto Ultrà” ed alla rete “F.A.R.E.” si ricordano:

l’esposizione all’interno degli stadi di striscioni di protesta contro l’applicazione della Legge 2001/377; la

pubblicazione di un giornale on line per il dialogo e lo scambio di informazioni tra gruppi ultras intenzionati a

promuovere azioni antirazziste; la predisposizione di un “manualetto per la sopravvivenza del tifoso” corredato

anche da vignette, contenente informazioni utili sulla normativa contro la violenza negli stadi; l’organizzazione di

meeting annuali nelle province di Reggio Emilia e Terni, rispettivamente per lo svolgimento dei “mondiali di calcio

antirazzisti” e per il “raduno internazionale antirazzista”; il corteo nazionale organizzato a Brescia il 20 aprile

2002 per contestare l’applicazione della Legge sulla violenza negli stadi, al quale hanno partecipato circa 600 persone,

tra cui anche i supporter del Milan, del Genoa, del Venezia, del Perugia (attestate su posizioni politiche di sinistra), del

Verona, della Juventus, dell’Atalanta, del Piacenza (attestate su posizioni politiche di destra), del Mantova, del Cesena e

del Lodi (apolitiche).

5 hanno aderito le tifoserie del Perugia, della Ternana, delPisa, del Venezia, dell’Ancona, dell’Empoli, del Cosenza, del

Genoa, delModena, della Cavese, del Fasano, della Samenedettese, del Manfredonia, del Civitanova, della Sampdoria,

del Bologna e del Milan.

6 hanno aderito le tifoserie dell’Avellino, dell’Udinese, del Brescia, dell’Inter, del Grosseto, del Milan, dell’Empoli, del

Montevarchi, del Perugia, dell’Atalanta e dello Spezia.

Il sodalizio si è fatto altresì promotore di una serie di riunioni a livello nazionale –

tenute nelle città di Reggio Emilia (il 21 febbraio 2003), di Salerno (il 21 marzo successivo)

e di Arezzo (l’11 aprile ed il 16 maggio uu.sc.) – tra i referenti dei gruppi ultras, alle quali

hanno partecipato anche tifoserie di destra7, al fine di costituire un “Movimento Ultras”

nazionale in grado di sostenere, al di là delle differenti “fedi calcistiche” ed ideologie

politiche, le comuni problematiche legate al mondo del calcio.

Nel corso dei lavori preparatori, sono state affrontate diverse problematiche e sono

state formulate proposte a tutela dei tifosi “ingiustamente” arrestati e denunciati ovvero

sottoposti al provvedimento di divieto di accesso nei luoghi ove si svolgono manifestazioni

sportive.

Tra le tematiche dibattute, si è evidenziata soprattutto quella relativa alla legge 24

aprile 2003 n.88, che ha introdotto nuove fattispecie di reato e previsto lo strumento

giuridico dell’arresto differito.

Si è poi discusso sull’aumento dei prezzi dei biglietti per assistere agli incontri di

calcio, sull’esigenza di ripristinare i treni charter8, sull’opportunità di migliorare la

regolamentazione degli orari degli incontri sportivi (c.d. “calcio spezzatino”) ed infine sull’

abolizione del divieto di vendita dei tagliandi del settore ospiti nella stessa giornata

dell’evento sportivo 9.

Tra le proposte formulate, si segnala quella relativa alla previsione di un numero di

matricola da esporre sulle uniformi del personale in servizio di ordine pubblico in occasione

di eventi sportivi, al fine di poter identificare con certezza e perseguire legalmente gli agenti

responsabili di eccessi ed abusi nei confronti dei tifosi.

Nel corso delle riunioni, il Progetto Ultrà si è fatto altresì promotore di una

manifestazione nazionale di tutte le tifoserie, che dopo un iter organizzativo abbastanza

burrascoso – a causa dei contrasti insorti – è stata programmata per il 22 giugno p.v. a

Milano.

Da quanto sopra, appare evidente l’evoluzione che nel tempo ha caratterizzato

l’attività e la stessa mentalità dei gruppi ultras, che sono riusciti a superare rivalità

calcistiche e divergenze politiche, dando luogo ad un “Movimento Ultras” nazionale

capace di aggregare diverse realtà, per raggiungere obbiettivi e risolvere problematiche

comuni legate al mondo dello sport.

Un breve cenno merita il tentativo – non riuscito – da parte del gruppo ultras laziale

degli “Irriducibili” – orientato su posizioni politiche di estrema destra – di appropriarsi del

lavoro svolto dal “Progetto Ultrà”, organizzando una manifestazione a Roma il 4 aprile

7 Un primo tentativo di organizzare una iniziativa unitaria delle tifoserie con diverso orientamento politico si era

concretizzato in occasione della manifestazione di Brescia dell’aprile 2002 di cui alla nota n.7.

8 Al riguardo, appare evidente che le tifoserie non sono a conoscenza della modifica della moratoria dei treni

straordinari, che prevede la possibilità di predisporre treni commerciali su espressa richiesta dei tifosi, previa

sussistenza di specifici presupposti.

9 Tale divieto consente di evitare che persone sprovviste del biglietto di ingresso si rechino in trasferta con la speranza

di trovare comunque un escamotage per assistere all’incontro di calcio.

u.sc. per protestare contro i provvedimenti restrittivi emessi dall’Autorità Giudiziaria nei

confronti di alcuni elementi di quella tifoseria capitolina .

L’iniziativa in parola – a cui hanno partecipato circa 3000 persone – ha infatti

registrato un’adesione inferiore alle aspettative, a causa delle divergenze sorte, nei giorni

precedenti, tra alcune tifoserie del nord Italia e gli organizzatori, accusati di aver “voluto

assumere un ruolo egemone nell’organizzazione dell’iniziativa”.

A tal proposito, sembra che oltre all’impossibilità di raggiungere una condivisione di

valori e principi sulle problematiche legate al mondo del calcio, il vero punto di rottura

sarebbe stato determinato dalla decisione dei supporter laziali di non far comparire il

“Progetto Ultrà” quale promotore dell’iniziativa.

La netta presa di posizione dei sostenitori capitolini nei confronti del predetto

sodalizio ha di fatto attribuito alla manifestazione una marcata caratterizzazione politica,

comprovata non solo dall’adesione di tifoserie attestate su posizioni politiche di estrema

destra, ma anche dalla presenza di leader di quell’area politica.

Il comportamento tenuto dalla tifoseria capitolina è stato altresì interpretato da altre

frange ultras come “una manovra architettata sin dall’inizio per far naufragare il lungo e

difficile lavoro di coordinamento portato avanti dal Progetto Ultrà e dal Movimento Ultras”.

Tra le altre iniziative organizzate dal “Progetto Ultrà” si ricordano anche i “Mondiali

Antirazzisti” – oramai giunti alla settima edizione – che si svolgeranno nel luglio prossimo

a Montecchio (RE), con l’organizzazione di tornei di calcio, incontri culturali con dibattiti

su tematiche antirazziste e concerti musicali.

Un particolare cenno merita inoltre il torneo di calcetto, denominato “El torneo del

Bae”, organizzato il 25 aprile u.sc., a Venezia, dalla locale tifoseria e dai centri sociali della

provincia veneta, a cui hanno aderito 24 squadre10 con lo scopo di raccogliere fondi da

destinare alla realizzazione di un impianto sportivo in Chapas (Messico).

10 Le squadre erano composte da tifosi locali, del Modena, del Cosenza, del Pistoia, del Pisa, del Civitanova e della

Ternana, da un gruppo di giovani del Progetto Ultrà, da ultras ed attivisti antirazzisti di Bologna e Vicenza, dai

“disobbedineti” del centro sociale “Rivolta” di Marghera, da una rappresentanza “No War” di Monselice (PD) e da

aderenti ad associazioni di cittadini extracomunitari (Moldavi, Bengalesi e Kurdi).

TIFOSERIE DI DESTRA:

Per quanto riguarda le tifoserie di estrema destra, particolare cenno meritano quelle

della Roma e della Lazio per il loro stretto legame – evidenziato nel corso dell’attività

informativa svolta dalla locale Digos – con il movimento di estrema destra romano “Base

Autonoma”, i cui militanti compaiono anche tra le fila dei gruppi ultras “Tradizione e

Distinzione” della Roma ed “Irriducibili” e “Banda de Noantri” della Lazio.

L’infiltrazione di Base Autonoma all’interno delle due curve ha contribuito a superare

la storica rivalità tra le due tifoserie, i cui aderenti, oramai uniti dal medesimo orientamento

politico, sono soliti partecipare anche ad iniziative di piazza, come in occasione del presidio

organizzato dal predetto movimento politico a Roma, lo scorso primo marzo, contro la

globalizzazione.

Dall’esame della documentazione d’area e dal monitoraggio delle rete telematica, si è

inoltre riscontrata la tendenza a svolgere attività di proselitismo politico all’interno dello

stadio, soprattutto da parte del gruppo “Tradizione e Distinzione”, che ha diffuso

all’interno della curva sud una “fanzina” intitolata “Black Shirt (Camicia Nera)” con

contenuti non soltanto sportivi ma anche politici – diversamente da quanto è stato invece

riscontrato nella maggior parte dei ciclostilati acquisiti dalle Digos all’interno degli altri

complessi sportivi italiani.

Un altro fatto di particolare rilevanza, anche se non direttamente legato al mondo del

calcio, è quello verificatosi a Roma la sera del 13 ottobre u.sc., allorché alcuni ultras degli

“Irriducibili”, travisati con caschi ed armati di bastoni e mazze da baseball, hanno aggredito

un cittadino extracomunitario, che per le lesioni subite è stato immediatamente trasportato

in ospedale, rimanendo in coma per alcuni giorni. Le successive indagini hanno consentito

di trarre in arresto 5 “irriducibili” della Lazio, che hanno giustificato l’aggressione per

pregresse molestie dello straniero nei confronti di una ragazza italiana loro amica.

L’attività informativa delle “Squadre Tifoserie” ha inoltre consentito di evidenziare lo

stretto legame che intercorre tra militanti di estrema destra e tifoserie del Triveneto –

in particolare del Verona, del Padova, del Treviso, della Triestina e del Vicenza – e tra

queste ultime e le frange ultras laziali.

Al riguardo, infatti, il 10 gennaio u.sc., nel corso di una trasmissione televisiva in

onda presso gli uffici della rete “Telenuovo” di Verona, circa 30 militanti di Forza Nuova

hanno fatto irruzione all’interno della sede, aggredendo, tra gli ospiti, Adel Smith, presidente

dell’Unione Musulmani d’Italia.

Le successive indagini svolte dalla Digos anche su delega dell’Autorità Giudiziaria

veronese hanno consentito di trarre in arresto – in esecuzione di misure cautelari – 17

aderenti a mo vimenti di estrema destra del triveneto, tra cui alcuni ultras del Verona, del

Padova e del Treviso.

Le stesse tifoserie, nelle giornate di campionato successive al fatto, hanno effettuato

delle iniziative di protesta, esponendo all’interno degli stadi striscioni di solidarietà ai

militanti arrestati.

In particolare, Il 19 gennaio u. sc., durante l’incontro di calcio Padova – Carrarese,

nel settore della tifoseria ultras locale, è stato esposto il seguente striscione: “CURVA

DESMITHIZZATA…LIBERTA’ PER CHI DIFENDE LA PROPRIA TERRA”, con chiaro

riferimento all’aggressione subita dal Prof. Adel Smith. Le successive indagini svolte dalla

locale “Squadra Tifoserie” hanno consentito di denunciare 9 supporter padovani – tutti

aderenti a Forza Nuova – per violazione della legge “Mancino”.

A riprova del collegamento dei militanti dei movimenti di estrema destra e delle

tifoserie del triveneto alla tifoseria della Lazio, si richiamano come esempio gli incidenti

verificatisi il 24 febbraio u.sc., durante l’incontro di calcio Lazio – Modena, allorché alcuni

supporter locali aggredirono un Vigile Urbano, ferendolo lievemente con un coltello. Le

indagini svolte dalla Digos di Roma hanno consentito di trarre in arresto 6 ultras laziali

degli “Irriducibili” ed un noto esponente padovano di Forza Nuova, che si era unito,

nell’occasione, ai tifosi capitolini.

Published by
Antonella Boccasile